mercoledì 2 giugno 2010

ENTRISMO NEL PDL .... di Francesco Russo

Sono entrato nel PDL poiché ritengo che al suo interno ci siano importanti
spazi di azione e quindi dal di dentro si possono portare avanti determinate
tematiche che……. e bla bla bla”.
A quanti di voi è capitato di parlare con ex idealisti, con i quali vi
sembrava di condividere una certa visione del mondo, per poi udire, sempre da
loro, tali orripilanti discorsi?
Scindiamo la questione in due aspetti.
1) Pur volendo concedere la buona fede agli autori di tale “svolta” – ossia,
per capirci, prendere per buona la loro motivazione che ne sta alla base, che
consisterebbe in una presunta tattica entrista al fine di conquistare spazi da
rendere poi puri – non crediamo di essere lontano dal vero se affermiamo che in
quest’epoca storica, tale strategia non possa portare assolutamente ad alcuno
risultato concreto. Infatti, in un sistema pienamente globalizzato, che reca in
sé i germi dell’infezione borghese della peggior specie e dove (lo ripetiamo
all’infinito) le parti politiche contrapposte costituiscono due facce della
stessa medaglia (quella dell’attuale modello di sviluppo), è logico domandarsi
quale speranze possa mai nutrire questo presunto gruppo idealisti autori ti
tale strategia, all’interno di un qualsiasi partito asservito al sistema
corrente. Se non all’opposto il rischio, questo sì concreto ed esistente, che
proprio tale gruppo venga totalmente fagocitato.
2) Parliamoci chiaro, il primo punto è stato sciorinato solo per scrupolo, ma
tutti sappiamo che la reale motivazione che spinge la maggior parte di tali ex
idealisti è quella pragmatica, che si può tradurre in varie voci: visibilità
politica, posti di potere, occasioni lavorative. Avremmo molta più stima di
questi giullari se fossero sinceri con loro stessi, prima che con noi!
Piuttosto che, come spesso alle nostre orecchie capita di udire, sorbirsi
errate e faziose interpretazioni degli insegnamenti evoliani circa la necessità
di non rinchiudersi in una torre di cristallo ma “sporcarsi le mani” nella
realtà circostante. Siamo certi di non commettere crimine contro la memoria se
affermiamo che il Maestro non intendeva certo suggerire di schierarsi al fianco
del capitale internazionale.


Francesco Russo

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